Nell’ambito del Movies Animation Digital Fest di Napoli, Vivoanapoli ha organizzato in modalità telematica un Panel di esperti per affrontare un tema che può offrire spunti di grande interesse sul piano culturale ed economico per la nostra città. Si è discusso, infatti, con alcuni dei massimi esperti italiani del progetto per la realizzazione di un Polo dell’Audiovisivo Digitale a Napoli: un’occasione preziosa per sfruttare le grandi risorse di un territorio che si sta dimostrando sempre più attrattivo per le produzioni cinematografiche e che può vantare grandi talenti nelle varie professionalità della filiera.
L’incontro – moderato da Emilia Leonetti e Giulio Maggiore – è stato aperto da Francesco Rutelli, presidente dell’ANICA, che ha evidenziato come l’iniziativa possa rappresentare un’occasione straordinaria per superare, attraverso l’integrazione di diverse specializzazioni in un unico hub, il problema endemico della piccola dimensione delle imprese italiane, un limite che pesa non poco sulla loro competitività internazionale. Ha anche auspicato uno stretto coordinamento con progetti convergenti che potrebbero essere promossi in altri territori, per mettere a fattor comune le competenze e creare un “sistema” nazionale basato sulla complementarità delle specializzazioni. In tal senso, ha ipotizzato l’apertura di una sede della ANICA Academy a Napoli per contribuire ai percorsi formativi dei profili professionali che si renderanno necessari per sostenere il progetto.
Manuela Cacciamani (One More Pictures) ha sottolineato i valori distintivi di un territorio come quello napoletano, che può vantare alcuni punti di forza legati alla logistica e al patrimonio professionale (vicinanza con Roma, presenza di un aeroporto internazionale, imprese innovative e dinamiche, competenze diffuse), ma anche degli elementi identitari inimitabili come la “luce meravigliosa” della città e la “magia” che sembra attraversarla. Queste componenti possono costituire una base fondamentale affinché Napoli possa davvero proporsi per una ideale combinazione fra capacità di storytelling e tecnologia, sviluppando un nuovo polo di aggregazione in linea con i tempi, come pure si riuscì a fare ottanta anni fa con Cinecittà, un modello ormai superato dall’evoluzione del cinema.
Francesco Grisi (Effetti Digitali Italiani), napoletano trapiantato a Milano, ha invitato ad approcciare il progetto del polo in modo diverso rispetto a quanto fatto a Terni o a Torino, dove tutta l’attenzione è stata concentrata su spazi e attrezzature, trascurando l’elemento più importante, ovvero le persone. I migliori professionisti del settore non avevano, infatti, interesse di trasferirsi nel centro del capoluogo piemontese, che è rimasto un contenitore vuoto, appesantito da ingenti investimenti in tecnologie che sono presto diventate obsolete. Occorre, invece, un modo nuovo per costruire il polo facendo leva su tre parole chiave: formazione (servono in fretta centinaia di nuovi professionisti molto qualificati), condivisione (le specializzazioni si moltiplicano e nessuno può essere completamente autonomo), nuove tecnologie (soprattutto negli ambiti più innovativi, dove si può fare la differenza). Con riferimento all’ultimo aspetto, Grisi ha suggerito di implementare un teatro virtuale nell’ambito del polo napoletano: occorre, infatti, essere all’avanguardia in questo settore anche per contrastare il rischio, sempre più concreto, che ci “rubino il territorio”. Infatti, grazie alle moderne tecnologie è possibile effettuare scansioni tridimensionali di qualsiasi location, riproducendo in ambienti virtuali spazi fisici lontani migliaia di chilometri.
Vincenzo Piscopo (Ciaopeople), in rappresentanza di un’impresa napoletana capace di distinguersi in vari ambiti della comunicazione innovativa, ha evidenziato il grande valore di un progetto che potrebbe permettere a tante piccole imprese di avvalersi di due grandi opportunità: le infrastrutture e il networking. Infatti, questa città è piena di piccole realtà in grado di esprimere valori importanti sul piano della creatività e dell’innovazione, ma costrette a “sgomitare” per ritagliarsi uno spazio in un mercato che premia la maggiore dimensione e l’organizzazione più strutturata. Un luogo di aggregazione dotato di infrastrutture adeguate e tecnologie all’avanguardia potrebbe rappresentare un’occasione preziosa, anche in vista della creazione di una rete diffusa capace di moltiplicare i valori dei songoli attori.
Maurizio Gemma (Film Commission Campania), oggi alla guida di un’organizzazione che ha raggiunto risultati importanti decuplicando le produzioni girate sul territorio regionale, ha illustrato i principali elementi del progetto di distretto dell’audiovisivo digitale, che proprio la Film Commission Campania ha promosso. L’iniziativa è partita alla fine del 2018 e sta procedendo con qualche lieve rallentamento, dovuto all’emergenza del Covid ma anche ad alcuni opportuni ripensamenti del progetto iniziale. Il polo sorgerà nella ex base Nato di Bagnoli e potrà avvalersi di una superficie di circa 10.000 mq: una location in un’area strategica, vicino ad altre importanti strutture fieristiche. Si è privilegiato un approccio “leggero”, basato soprattutto sulla valorizzazione dei “soggetti”, che si articolerà su tre livelli: un piano terra concepito come “cineporto” per offrire ospitalità temporanea ai professionisti venuti a Napoli per progetti specifici; un primo piano destinato a fungere da incubatore per imprese locali (25 moduli da 100 mq ciascuno); un secondo piano multifunzione per l’alta formazione (gestito in collaborazione con l’Accademia delle belle Arti), lo sviluppo di prodotti di animazione digitale e attività di post-produzione digitale, che sarà attrezzato con le tecnologie più moderne (color correction, mixaggio audio e una potente render farm ospitata in ambiente cloud). Nell’interrato saranno, inoltre, presenti alcune altre attività di carattere non operativo, comunque connesse al mondo del cinema: un centro studi, un servizio di restauro di pellicole, una mediateca. Questo è solo il nucleo di un’iniziativa che potrà crescere nel tempo e che prevede anche altre componenti che verranno svelate solo nei prossimi mesi: al momento sono in corso già delle gare di appalto, che dovrebbero consentire di completare i lavori di ristrutturazione entro l’estate del 2021.
Luciano Stella (MAD Enterteinment) ha chiuso il giro degli interventi, ricordando la straordinarietà del momento storico che stiamo vivendo con l’esplosione della domanda di contenuti provenienti da tutti i segmenti, la crescente attenzione del mondo del cinema al territorio della Campania, una inconsueta sensibilità politica per le esigenze del settore e la capacità della città di esprimere professionalità e talenti di grande valore. Il tutto mentre la rapidissima evoluzione della tecnologia offre paradossalmente un maggior vantaggio proprio a chi inizia a muoversi in questo momento, non dovendo portarsi dietro la zavorra di investimenti già effettuati in attrezzature ormai obsolete. Napoli deve cogliere l’occasione. Grazie a questa congiuntura estremamente favorevole, infatti, si possono perseguire anche obiettivi ambiziosi come quello di entrare in concorrenza con il polo di Stuttgart proponendo una combinazione di servizi di qualità e costi contenuti tale da attrarre l’interesse dei top player del settore, come i provider OTT (Netflix, Amazon Prime, Infinity, DAZN, ecc.), che potrebbero apprezzare l’offerta di un polo alternativo capace di integrarsi in modo virtuoso anche con altre realtà nazionali. Per arrivare a questo risultato, occorre però una sana combinazione di visionarietà e pragmatismo che veda le istituzioni locali, a partire dalla Regione, pronta a garantire tutto il sostegno possibile e le imprese disposte a impegnarsi per mettere insieme le proprie energie. In questo processo l’idea di arricchire il polo con il primo teatro virtuale dell’Europa meridionale potrebbe essere estremamente utile, in quanto consentirebbe di attirare immediatamente l’attenzione dei principali operatori.
Si apre, quindi, una grande opportunità per la città di Napoli e per tutto il territorio regionale, che potrebbero compiere un salto di qualità, entrando finalmente dalla porta principale nella filiera della produzione di contenuti audiovisivi di qualità. Se il progetto dovesse andare in porto, questa città non dovrebbe, quindi, limitarsi ad essere set di elezione per i registi di tutto il mondo o fucina di talenti destinati a cercare successo in altre lande, ma potrebbe finalmente fare del cinema un’occasione stabile e concreta di sviluppo e di lavoro. Una sfida che non possiamo permetterci di perdere e che Vivoanapoli continuerà a seguire, come ha fatto negli ultimi anni.