Il Corriere della Sera riporta i dati Eurostat secondo cui l’Italia è all’ultimo posto in Europa per percentuale di spesa pubblica destinata alla cultura (1,1% a fronte del 2,2% dell’Ue a 27) e al penultimo posto, seguita solo dalla Grecia, per percentuale di spesa in istruzione (l’8,5% a fronte del 10,9% dell’Ue a 27). È quanto emerge da uno studio pubblicato da Eurostat che compara la spesa pubblica nel 2011.
Nel nostro paese, che pure vanta un non invidiabile primato nel debito pubblico, si spende soprattutto per pagare interessi e pensioni. Se invece si guarda solo alla cultura l’Italia con il suo 1,1% di spesa pubblica dedicata a questa voce è superata dalla Grecia (1,2%) e da tutti gli altri Paesi dell’Ue a 27 con la Germania all’1,8%, la Francia al 2,5% e il Regno Unito al 2,1%.
In sostanza, mentre il nostro paese è impegnato a pagare i debiti accumulati nel passato, gli altri investono sul futuro, concentrando le loro risorse su istruzione e cultura. È davvero paradossale che la competizione per l’ultimo posto se la giochino proprio Italia e Grecia, ovvero i due paesi in cui risiedono le radici della cultura europea. Come se la consapevolezza delle glorie passate giustificasse una disattenzione al presente, quando invece proprio la ricchezza del patrimonio culturale potrebbe dar vita ad un modello di sviluppo alternativo incentrato su risorse storiche e paesaggistiche uniche.