Articolo pubblicato su Il Corriere del Mezzogiorno del 29.01.2021
VivoaNapoli ha presentato al Palazzo delle Arti una proposta di rilancio e sviluppo degli spazi espositivi, creando interazioni tra artisti e fruitori. Il tentativo di mettere assieme pubblico e privato
di Anna Volpicelli
Il Pan potrebbe diventare un innovativo hub per il contemporaneo che coinvolga in modo inclusivo i singoli quartieri della città. Questa è la proposta che è stata presentata nella sala al terzo piano del Palazzo delle Arti da “VivoaNapoli”, associazione per lo sviluppo di un sistema della cultura a Napoli. Un appuntamento che ha visto la partecipazione di esperti del settore fra cui Emiliana Leonetti, presidente di “VivoaNapoli”, Nino Daniele, presidente premio nazionale Amato Lamberti, Daniele Pitteri, ad dell’Auditorium Parco della Musica di Roma, e Vittorio Urbani, coordinatore Fondazione Morra. Ad esporre il progetto è stato Dino Morra, membro dell’associazione, gallerista titolare di Mood|project, una nuova galleria nel cuore di Chiaia.
Non solo fruizione dell’arte
L’obiettivo è quello di rilanciare lo spazio espositivo in Via dei Mille come luogo non solo di fruizione dell’arte, ma anche di coordinamento e di produzione. L’intenzione è quella di ridisegnare la struttura interna del Pan trasformando alcune sale in laboratori che ospiteranno artisti locali. «L’idea è di realizzare almeno due spazi laboratorio da individuare fra le aree a piano terra che dovranno essere messi a disposizione per un periodo definito agli artisti provenienti dall’Accademia di Belle Arti o selezionati dal territorio. Questi spazi laboratorio open darebbero la possibilità di fare interagire gli artisti durante la produzione delle loro opere con i fruitori del Pan e quindi sottoporsi delle domande e delle curiosità sulla loro ricerca. Tale esperienza è già stata realizzata con successo al Museo Asilio ed a Box Art di Cosenza», ha detto Morra.
Una biblioteca analogica
Oltre alla manifattura creativa, il progetto di rilancio include anche la creazione di un archivio storico, attualmente assente, una sorta di biblioteca dell’arte analogica e digitale che illustri, con immagini e pubblicazioni, il percorso culturale di Napoli: dalla scuola di Posillipo, all’esplosione degli anni 70 e 80, al lavoro di importanti galleristi fino ai contemporanei. Una riprogettazione completa di condivisione e veicolazione della cultura attraverso anche l’apertura di un bookshop e di un bar/bistrot, dove poter trascorrere del tempo leggendo un libro, bevendo un caffè o un bicchiere di vino. Questo piano di rigenerazione non riguarderà solo le aree interne ma anche quelle esterne che vanno al di là dei confini del Pan. «Uno degli obiettivi principali dovrebbe essere quello di generare, in dialogo con i quartieri, iniziative culturali e prevalentemente mostre con opere da esporre recuperando spazi in disuso o abbandonati. Per questo fine sarebbe auspicabile un incontro periodico con le municipalità, associazioni e imprese del terzo settore per disegnare una mappa degli spazi disponibili. Queste pillole di cultura secondo il nostro punto di vista sono propedeutiche per iniziare un processo di rigenerazione urbana su base culturale di cui tanto si parla in questa città ma che mai è stata messa a sistema», ha aggiunto Morra.
Il ruolo dell’amministrazione cittadina
A un direttore artistico, supportato da un team di esperti, verrà affidato il compito di pianificare le varie attività che verranno svolte dentro e fuori il Palazzo delle Arti. Tutto ciò verrà realizzato in collaborazione con il Comune di Napoli. «L’amministrazione comunale sta lavorando, da un lato, a quelle che sono le esigenze della città e dall’altro a delle proposte. Si fa quindi ricettore di idee e promotore di ricerca di una vocazione del territorio al fine di dare delle risposte che sono anche praticabili. E quella del Pan, che è legata alla vocazione dell’area di Chiaia, segue questa direzione. L’amministrazione comunale sta facendo un lavoro sui beni pubblici di ricognizione e di potenziamento. E questa proposta, già sul tavolo del sindaco, riflette quelle che sono le esigenze di progettazione e di programmazione di questa amministrazione, nello specifico trovare una vocazione del territorio e creare un luogo dove pubblico e privato lavorano in sinergia», ha sottolineato durante la presentazione Mia Filippone, vicesindaco di Napoli.
Partner finanziari
Punto chiave per la realizzazione del futuro hub del contemporaneo sarà anche la sua sostenibilità economica che include la revisione e l’ampliamento del budget da parte dell’assessorato competente, forme di autofinanziamento soprattutto per l’aspetto legato alla pianificazione sia dei laboratori sia delle mostre e alla ricerca di partner finanziari sia privati sia istituzionali.