di Emilia Leonetti | articolo pubblicato su La Repubblica.Napoli del 19 marzo 2013
Care, carissime ragazze parleremo di voi il 22 marzo nella sala del Consiglio Comunale di Napoli. Parleremo di voi ragazze di 15, di 30, di 80 anni, dai volti curiosi, dagli sguardi accesi, dalle idee rivoluzionarie.
Voi che oggi, ancora oggi, cercate la strada di una parità non formale, di un diritto uguale al lavoro, alla carriera, alla vita. Parleremo di voi fanciulle in lotta per un cambiamento che riconosca il merito, le capacità, le opportunità senza distinzioni di sesso. Ne parleremo da un angolo visuale centrale: il lavoro. Perché solo il lavoro rende liberi. Perché, care ragazze, la nostra è una Repubblica fondata sul lavoro, e questo vale anche per voi.
“Le donne e il lavoro. Tra discriminazioni e cambiamenti” E’ il titolo dell’incontro cui parteciperanno, a partire dalle ore 16.00, Simona Marino, Docente Universitaria, Simona Molisso, avvocato Presidente Consulta Elette, Maria Letizia Pelosi, Insegnante, Ambretta Occhiuzzi, Movimento Se Non Ora Quando, Elisabetta Ricciardi, Psicologa, Carmen Verderosa, Imprenditrice.
Affronteremo il tema dal punto di vista delle discriminazioni perduranti e dei cambiamenti intervenuti per analizzare ma sopratutto per aumentare la consapevolezza del divario che separa le donne dagli uomini, della strada che bisogna ancora percorrere, a oltre 40 anni dall’affermazione del movimento femminista.
I dati sono significativi: l’inattività femminile in Italia è al 16,65% contro una media europea del 4,4%, L’inattività delle donne italiane è addirittura superiore a quella della Grecia che tocca il 2%. A Napoli poi l’inattività femminile è al 72%. Le donne occupate in Campania sono il 20%, un dato più basso della Sicilia (22%), mentre al Nord raggiunge il 45,7%.
Cara ragazze dobbiamo impegnarci perché gli spazi si occupano, i diritti si conquistano, la parità si afferma con le scelte coerenti e soprattutto condividendo obiettivi e metodi per raggiungerli. Parleremo anche di questo il 22 marzo. Vi aspetto. Facciamoci avanti.