Leopardi a Napoli: la ricerca della felicità

Il ciclo Perché Vivoanapoli. Dialoghi per chi resta ha visto una insolita escursione nel mondo della poesia con l‘incontro su Giacomo Leopardi, tenutosi nella mattinata di sabato 29 novembre 2014, presso Casa Ascione.

Vivoanapoli-Leopardi-web01Nato sulla scia del rinnovato interesse per la figura e per l’opera del poeta recanatese suscitato dall’uscita del film di Mario Martone, “Il giovane favoloso” , l’appuntamento ha rappresentato un’occasione per riflettere su alcuni aspetti del pensiero filosofico di Leopardi e sul suo controverso rapporto con la città di Napoli, dove egli visse dal 1833 al 1837 (anno della sua morte), insieme all’amico Antonio Ranieri.

Per l’occasione, Vivoanapoli ha coinvolto come graditi ospiti Enzo Moscato, drammaturgo e attore, e Mariolina Rascaglia, funzionaria della Biblioteca Nazionale di Napoli curatrice delle carte di Antonio Ranieri, che hanno risposto alle domande formulate dai soci dell’Associazione e dal folto pubblico, composto da adulti e alunni del liceo Sannazzaro.

Il filo conduttore dell’incontro è stato il tema della ricerca della felicità, introdotto da Emilia Leonetti, moderatrice e presidente di Vivoanapoli, che ha richiamato alcune significative parole del grande poeta:

“Madre mia, nonostante io sia prova delle altrui cognizioni, io sento tuttavia, che il maggiore, anzi il solo desiderio che mi hai dato è quello della felicità”.
[da Le operette morali, dialogo tra l’Anima e la Natura]

Una ricerca spesso senza successo, ma che impegna ognuno di noi e che non può risolversi solo sul piano individuale, in quanto è solo sul piano collettivo che si può costruire una felicità durevole.

Partendo da questo primo spunto, molti sono stati i temi affrontati: la teoria del piacere, l’amore per la vita e la ricerca della felicità; il concetto di natura e civilizzazione; la concezione dell’amore e il rapporto con la figura femminile nella vita e nell’opera del poeta; il rapporto conflittuale di attrazione e repulsione con Napoli, al tempo grande capitale europea, che racchiudeva al suo interno molteplici contraddizioni; l’importanza per la nostra città di ospitare il vasto corpus degli autografi leopardiani. 

Vivoanapoli-Leopardi-web02Preceduto e concluso dalla lettura del Sabato del villaggio e di alcuni versi della Ginestra ad opera di Daniela Fiorentino, il dibattito è risultato particolarmente stimolante, grazie alle diverse competenze dei due relatori. Enzo Moscato ha fornito una suggestiva interpretazione della figura e dell’opera di Leopardi, da lui incontrato in “Partitura”, testo teatrale del 1987 dedicato proprio al soggiorno napoletano del poeta, mentre la Rascaglia ha offerto in maniera sintetica spunti di riflessione sulle opere composte nel periodo napoletano, sul ruolo di Ranieri amico e editore postumo dei suoi scritti e sul difficile inserimento di entrambi nella vita culturale partenopea dominata da esponenti del conservatorismo spiritualista e del liberalismo moderato.

In particolare, da alcuni sui scritti dello Zibaldone emerge – come ha anche sottolineato nel corso el confronto Enzo Moscato – la critica di Leopardi ad un certa borghesia napoletana (indifferente, cialtrona) e la sua attenzione agli aspetti più vivi della città. I luoghi, i sapori, i suoni delle vie e del popolo rumoroso lo colpirono sommamente così come la forza della natura.

Una lezione ancora di grande attualità.

 

  

Aggiungi ai preferiti : Permalink.

I commenti sono chiusi