di Emilia Leonetti | Presidente Vivoanapoli
VIVOANAPOLI chiude l’anno con il filosofo Giuseppe Ferraro. L’appuntamento è per sabato 17 dicembre 2016, ore 11.00, al PAN. Parleremo di Responsabilità della Cosa Pubblica, perché informarsi, perché partecipare, perché essere comunità.
Perché in questo tempo nel quale cresce la distanza tra cittadini e Istituzioni, in cui una parte cospicua di noi ha perso interesse verso la Cosa Pubblica, in cui l’astensione dal voto raggiunge percentuali altissime (oltre il 40%) e in cui sempre più diffuso è il voto di protesta, noi desideriamo riportare la discussione sul rapporto tra cittadini ed Istituzioni, sui percorsi da intraprendere per rendere viva la nostra democrazia.
Perché di questo si tratta: della nostra democrazia, del nostro diritto di avere un dialogo aperto e proficuo con chi ci governa, su di un piano di parità e di collaborazione. Come fare? Come conciliare le aspettative di trasparenza, di ascolto, di confronto con chi ci rappresenta e con chi viene chiamato a condurre società pubbliche con i nostri impegni personali, con il nostro scarso tempo. Come vincere la resistenza che talvolta caratterizza il governo della Cosa Pubblica, l’autoreferenzialità che segna buona parte della condotta di chi ricopre cariche pubbliche.
Alexis de Tocqueville in uno dei passaggi della sua “Democrazia in America” osservava “bisogna moltiplicare all’infinito per i cittadini le occasioni di agire insieme per far sentire ogni giorno che dipendono gli uni dagli altri”. In che modo, dunque, noi dobbiamo agire per essere comunità, per vivere sentendoci uniti da un comune destino. Perché noi dobbiamo essere consapevoli che nessuno si salva da solo, che non ci sono soluzioni individuali a problemi collettivi.
Per questo noi di VIVOANAPOLI, dopo un ciclo di confronti con rappresentanti di Pubbliche Amministrazioni (dal Comune, ad ASIA, a Napoli Servizi, alle Aziende di Trasporto Pubblico) incontriamo un Filosofo.
Perché è importante ragionare sui principi che fondano una società, sui valori che devono legare una comunità di uomini e donne che vivono il presente accomunati dal desiderio di fare della nostra città un luogo in cui non sia faticoso vivere e in cui la bellezza sovrasti l’abbandono.
Perché un altro Filosofo, duemila anni fa, diceva che le città non sono solo degli spazi geografici ma principalmente i pensieri che le attraversano, gli uomini che le abitano e le pensano.