di Emilia Leonetti | Presidente Associazione VIVOANAPOLI
Pubblicato su La Repubblica del 5 aprile 2014
Tre mesi di confronti con esponenti della cultura, dell’imprenditoria, della ricerca. Nomi eccellenti come Maurizio De Giovanni, Titti Marrone, Aldo Masullo, Andrea Ballabio, Rosanna Purchia, Paolo Macry, Stefania Brancaccio, Maurizio Marinella.
Tema dei dialoghi, condotti e promossi da VIVOANAPOLI, “perché viviamo a Napoli, soprattutto come e in che modo contribuiamo alla sua crescita sociale oltre che economica”.
Domande abusate, ma forse mai sino in fondo analizzate. Le città vivono perché le raccontiamo e le ripensiamo. Le città crescono perché i suoi cittadini si confrontano e collaborano insieme per il bene comune.
Parole importanti che sono risuonate ad ogni appuntamento nelle sale del PAN. Quasi sempre sale gremite di uomini e donne interessati ad ascoltare e a cercare, attraverso il racconto dei diversi interlocutori, risposte o anche solo spunti per un nuovo impegno.
Le parole possono essere strumenti del fare. Questo è emerso e soprattutto questo è stato sottolineato ogni volta dagli ospiti e dal pubblico. Sotto questo aspetto è stato, dunque, utile riunire pezzi di città differenti. E’servito a verificare la comunanza di intenti, di passione e di impegno di ognuno.
“Non posso essere felice se intorno a me c’è infelicità- ha affermato lo scrittore Maurizio De Giovanni”
“Napoli ha isole di eccellenza. Il punto è che spesso mancano i ponti di collegamento tra quelle isole- ha detto Andrea Ballabio.”
Come passare dall’analisi, dalla constatazione dello scarso senso civico e dall’individualismo diffuso, all’azione. Come passare dalla difesa di interessi particolari, di gruppi più o meno estesi di cittadini, a quelli di una collettività.
Gli incontri hanno fatto emergere spunti e opportunità nella direzione di buone pratiche e di proposte. Hanno anche reso evidente che servono occasioni e momenti di aggregazioni più ampi. Che le energie e le volontà di cambiamento pur presenti non trovano canali di sbocco. Perché l’associazionismo che esiste e che è ben presente nella nostra città spesso rappresenta settori, categorie, non l’insieme.
Si tratta, così, di continuare su due piani: orizzontale aggregando e coinvolgendo pubblici e interlocutori diversi; temporale dando continuità ai momenti di confronto, affiancando ad essi attività e azioni che noi di VIVOANAPOLI cercheremo di indirizzare verso un metodo, un sistema della cultura del quale vi daremo conto negli sviluppi prossimi della nostra associazione.