Articoli e servizi sulla conferenza stampa del 18/09/2024.
Riorganizzare i quartieri partendo dalla mobilità. Quartiere 15 minuti: San Giovanni-Barra-Ponticelli
Maria Nocerino
Un’esperienza unica nel suo genere che potrebbe diventare un modello: una proposta di ripensamento dei quartieri di Napoli, a partire dalla mobilità, capace di rivoluzionare il modo di vivere la città e i suoi spazi.
Una sfida molto ambiziosa che verrà lanciata nel corso del convegno “Riorganizzare i quartieri partendo dalla mobilità. Quartiere 15 minuti: San Giovanni-Barra-Ponticelli”, in programma martedì 24 settembre 2024 (ore 9.30-12.30) presso l’Aula Magna dell’Università degli studi di Napoli Federico II di San Giovanni a Teduccio (Corso Protopisani 70).
I contenuti del convegno sono stati presentati stamattina presso la sala del consiglio dell’Università degli studi di Napoli Federico II. L’iniziativa pubblica è parte di un progetto pilota ben più ampio nato nel 2023 per iniziativa della task force dell’Ateneo federiciano SUM “Smart and Sustainable Mobility” coordinata dal professore Cino Bifulco, insieme all’associazione VivoaNapoli, presieduta da Emilia Leonetti, con la collaborazione della VI Municipalità e di Azienda Napoletana Mobilità (ANM), Ente Autonomo del Volturno (EAV) e Amicar-Gesco.
L’incontro, che prenderà le mosse proprio dai dati raccolti dal gruppo di lavoro dell’università sul territorio della VI Municipalità (San Giovanni a Teduccio, Barra, Ponticelli), vedrà la partecipazione di esperti, addetti ai lavori, esponenti istituzionali, del mondo accademico e del terzo settore, che si confronteranno su un nuovo modello di organizzazione dei quartieri di Napoli, basato su una diversa articolazione tra centro e periferie, a partire della provocazione dell’urbanista di fama internazionale Carlos Moreno della “città 15 minuti”.
La VI Municipalità è stata identificata come oggetto dello studio per le sue enormi potenzialità in termini di dotazioni di servizi urbani – anche a partire dalla presenza del presidio universitario – ma, allo stesso tempo, per i suoi limiti in termini di effettiva fruibilità di questi stessi servizi, anche a causa di un sistema di mobilità sbilanciato verso il trasporto con auto privata, poco efficiente e soprattutto poco sostenibile.
L’obiettivo ultimo è quello di dar vita a un percorso metodologico che vede la collaborazione di diversi attori (imprese, scuole, istituzioni), ognuno per la sua parte, e che dovrebbe portare a una vera e propria riorganizzazione della città, sulla scorta di questa sperimentazione nella zona orientale di Napoli.
La Repubblica – Napoli del 19/09/24
Articoli e servizi e alcune immagini dell’incontro del 24/09/2024.
Quartiere 15 minuti: da San Giovanni parte la sfida per cambiare la città
Maria Nocerino
Un territorio ricco di potenzialità ma povero di reali opportunità, con una popolazione molto più giovane della media cittadina e una forte presenza di istituti scolastici, con pochi luoghi di aggregazione per le nuove generazioni seppure non manchino grandi spazi da utilizzare a questo scopo, dotato di presidi ospedalieri che però non risultano collegati in maniera strategica al resto del quartiere.
È un contesto sociale complesso quello che caratterizza la VI Municipalità del Comune di Napoli, in cui vivono circa 120mila persone, che comprende i quartieri di San Giovanni a Teduccio, Barra e Ponticelli, zone vicine ma praticamente non comunicanti l’una con l’altra e raggiungibili difficilmente senza auto, sebbene siano presenti una rete metropolitana, bus e tram, e stia per arrivare la pista ciclabile.
È sull’analisi di questa zona della città che si è concentrata la task force dell’Ateneo federiciano SUM “Smart and Sustainable Mobility” coordinata dal professore Cino Bifulco, insieme all’associazione VivoaNapoli, presieduta da Emilia Leonetti, che ha dato la spinta a un percorso di studio partito un anno fa e confluito nel convegno che si è tenuto stamattina presso l’Aula Magna dell’Università degli studi di Napoli Federico II di San Giovanni a Teduccio dal titolo “Riorganizzare i quartieri partendo dalla mobilità. Quartiere 15 minuti: San Giovanni-Barra-Ponticelli”.
Dalla tavola rotonda, che ha visto la partecipazione della VI Municipalità e di Azienda Napoletana Mobilità (ANM), Ente Autonomo del Volturno (EAV) e Amicar-Gesco, è emerso che, proprio in questo territorio con punti di forza e di debolezza, sarebbe possibile sperimentare il modello cosiddetto “quartiere 15 minuti”, teorizzato dall’urbanista Carlos Moreno. L’idea è quella che, sull’esempio delle moderne città europee, il cittadino si possa muovere nel proprio quartiere, trovando tutto, dai servizi sanitari al teatro e al cinema, dal parco dotato di area giochi per i più piccoli al negozio di alimentari, in 15 minuti.
La chiave di volta perché si realizzi questo modello capace di superare l’articolazione della città come centro e periferie è il miglioramento della mobilità, sia investendo maggiormente nei trasporti pubblici su ferro e gomma, sia incrementando il ricorso al car sharing, e certamente limitando l’uso dell’auto privata, che, ad oggi, continua a risultare il mezzo privilegiato per potersi muovere liberamente da un punto all’altro dei quartieri della VI Municipalità.
È quanto emerge dai questionari sottoposti dal gruppo di lavoro dell’Università Federico II – in cui si incrociano le competenze dei Dipartimenti di Chimica, Architettura e Sociologia – agli studenti dell’istituto Marie Curie di Napoli est: nel 58% dei casi, questi vengono accompagnati a scuola dai propri genitori con la macchina, solo una piccola parte arriva con i trasporti pubblici, giudicati inaffidabili per essere in orario, o usa mezzi ecologici come bici e monopattini.
Ma cosa si può fare perché questo modello non resti un’utopia a Napoli? Come si può riorganizzare il quartiere a partire dalla mobilità? Molti spunti arrivano proprio dagli intervistati. Anche piccole ma essenziali cose potrebbero migliorare la qualità della vita dei cittadini della VI Municipalità, a partire da una semplice navetta circolare che giri tra i quartieri e arrivi nei punti di snodo e di collegamento con altri mezzi di trasporto.
Un grande apporto potrebbe avere in questo senso il car sharing. Lo ha spiegato stamattina nel corso dell’incontro Vittorio De Majo, responsabile di Amicar Sharing: “Interpretiamo il car sharing come integrato al trasporto pubblico. Dovremo ragionare su un sistema moderno di mobilità. Consapevoli che non riusciamo oggi a coprire tutta San Giovanni, siamo pronti ad aprirci a tutto il territorio, ma dovremmo poter avere la rassicurazione che questo sia dotato di hub di interscambio e di colonnine per la ricarica delle nostre auto elettriche”.
“Questo territorio è ricco di capitale umano e sociale, e può contare su una fitta rete di organizzazioni del terzo settore, ora c’è anche il presidio universitario. Da qui può cominciare la nostra sfida”, ha detto Emilia Leonetti, presidente di VivoaNapoli. Che aggiunge: “Porteremo questa mappatura e i risultati di questa ricerca ai decisori politici della città, perché si possa cominciare a pianificare la mobilità in modo diverso e più vicino ai bisogni reali delle persone”.
Intanto il presidente della VI Municipalità Sandro Fucito non solo appoggia il progetto ma rincara la dose: “Superare il concetto di periferia e andare verso una città policentrica è anche una questione di diritti. Assicurare una mobilità sostenibile è anche presupposto di democrazia e fonte di uguaglianza. Perché un giovane a San Giovanni deve tornare a casa con l’ultima corsa della metropolitana alle 18 mentre uno del centro storico può ritirarsi alle due di notte? Per non parlare dei viaggi della speranza che si fanno in autobus. La nostra città è certamente iniqua da questo punto di vista”.
L’obiettivo ultimo del progetto “Quartiere 15 minuti” è quello di dar vita a un percorso metodologico che vede la collaborazione di diversi attori (imprese, scuole, istituzioni), ognuno per la sua parte, e che dovrebbe portare a una vera e propria riorganizzazione della città, sulla scorta di questa sperimentazione nella zona orientale di Napoli.
Napoli, il progetto «Quartiere 15 minuti» per superare le diseguaglianze tra centro e periferie
Il Mattino – Storia di Mariagiovanna Capone
Raggiungere posto di lavoro, scuola, negozi, ambulatori sanitari e tanti altri servizi nel giro di un quarto d’ora. È la filosofia della «città dei 15 minuti», elaborata dall’architetto franco-colombiano Carlos Moreno, che oggi è al centro delle politiche di chi amministra le metropoli poiché è in grado di migliorare la qualità della vita dei cittadini. Un modello che si sta provando a proiettare a Napoli, con una sorta di esperimento attivo applicato nella Municipalità 6 che comprende Barra, Ponticelli, San Giovanni a Teduccio. Napoli Est è infatti al centro di «Quartiere 15 minuti», progetto iniziato nel gennaio 2023 e organizzato dalla task force d’Ateneo SUM Smart and Sustainable Mobility dell’Università degli Studi di Napoli Federico II, coordinata dal professor Cino Bifulco, insieme all’associazione Vivoanapoli presieduta da Emilia Leonetti, con la collaborazione della Municipalità e delle aziende Anm, Eav e Amicar-Gesco. L’obiettivo del progetto è di trasformare i quartieri di Napoli in aree autosufficienti e sostenibili, dove i cittadini possano accedere a tutti i servizi essenziali – sanità, istruzione, tempo libero – entro 15 minuti a piedi o in bicicletta.
L’idea
Uno degli aspetti centrali del progetto «Quartiere 15 minuti» è la mobilità sostenibile. Si intende ripensare i trasporti, integrando diversi sistemi, dai mezzi pubblici su ferro e gomma al car sharing e alle piste ciclabili, per ridurre la dipendenza dall’auto privata. La mobilità è quindi il punto di partenza per una riorganizzazione dei quartieri di una città complessa come Napoli e il progetto, partendo dalla Municipalità 6 poiché «qui vive il 30% dei giovani», punta a iniziative atte a migliorare la vita dei residenti. «Questo territorio ha una profonda potenzialità inespressa perché sebbene i servizi si trovino a una distanza adeguata e raggiungibile con una mobilità sostenibile, e dunque non in auto, ma spesso il trasporto non è affidabile» ha insistito Bifulco.
La vivibilità
«L’idea di fondo – ha chiarito la prorettrice Rita Mastrullo – è stata quella di ripensare la città affinché i quartieri siano autosufficienti. Far sì che tutti i servizi essenziali siano fruibili con mezzi sostenibili e in breve tempo, e una mobilità che abbia anche una ricaduta sul fronte dell’impatto ambientale e della sostenibilità sociale rafforzando il senso di comunità». Il progetto include anche il miglioramento degli spazi pubblici, delle infrastrutture sportive e culturali, e mira a far emergere una domanda di mobilità più chiara, utilizzando metodi scientifici per pianificare servizi di trasporto più efficaci. Tutti i dati e le proposte risultato dello studio della task force (composta da docenti e ricercatori di 16 dipartimenti federiciani che hanno raccolto dati e individuato servizi e ricostruito mappe e indicatori di accessibilità) sono stati illustrati in una giornata-studio, così come i risultati del questionario sui trasporti pubblici sottoposto agli studenti dell’Istituto Marie Curie di Ponticelli. Nelle prossime settimane, poi, saranno coinvolti tutti gli Istituti d’istruzione superiore nel più ampio progetto nazionale Mobility as a Service (MaaS) 4 Italy, dedicato a rispondere in maniera moderna e strutturata ai bisogni di innovazione dei comportamenti e delle abitudini di mobilità.
Il progetto
Durante l’incontro, al quale hanno partecipato la VI Municipalità, Azienda Napoletana Mobilità (ANM), Ente Autonomo del Volturno (EAV) e Amicar-Gesco, è emerso che la zona potrebbe essere il luogo ideale per sperimentare il modello di Quartiere 15 minuti, attuabile superando la dicotomia tra centro e periferie, e migliorando la mobilità. Dai questionari compilati dagli studenti dell’Istituto Marie Curie emerge che il 58% degli studenti viene accompagnato a scuola dai genitori in auto, mentre solo una minoranza utilizza i trasporti pubblici, considerati inaffidabili, o mezzi ecologici come bici e monopattini. Tra le soluzioni più semplici ma efficaci c’è l’introduzione di una navetta circolare che colleghi i quartieri della Municipalità con i principali snodi di trasporto. Un grande potenziale risiede anche nel car sharing, come sottolineato da Vittorio De Majo, responsabile di Amicar Sharing, un servizio da integrare con il trasporto pubblico e potenziato con l’installazione di hub di interscambio e colonnine di ricarica per le auto elettriche. Il presidente della Municipalità 6 Sandro Fucito ha espresso il suo pieno sostegno al progetto, sottolineando che una mobilità sostenibile è un diritto, essenziale per superare le disuguaglianze tra centro e periferia. Il progetto «Quartiere 15 minuti» mira, dunque, a innescare una riorganizzazione urbana, partendo dalla mobilità nella zona orientale di Napoli, attraverso la collaborazione tra istituzioni, imprese e scuole, con l’auspicio che questa sperimentazione possa estendersi a tutta la città.
Canale 9 – Emilia Leonetti parla al tg9 del modello di Quartiere 15 minuti