a cura di Emilia Leonetti
Terzo incontro dedicato alla “Cultura come impresa”. Dopo Teatri Uniti, Mad Entertainement, è toccato a due testate giornalistiche raccontare l’impresa di svolgere un’attività culturale a Napoli.
Napoli Monitor e Radio Siani rappresentati rispettivamente da Luca Rossomando e Riccardo Rosa e da Ciro Oliviero hanno, con grande onestà e sincerità, raccontato la difficoltà di creare un prodotto editoriale innovativo, soprattutto di farlo senza capitali alle spalle e senza il sostegno della pubblicità.
Napoli Monitor, dopo otto anni di impegno per realizzare un giornale di inchiesta dalla parte “ dei cittadini” ha dovuto abbandonare il cartaceo ( l’ultimo numero in edicola è uscito a ottobre 2014) per concentrare tutta l’attività sul web.
“Noi abbiamo verificato – ha detto Luca Rossomando – che è quasi impossibile fare concorrenza alle maggiori testate. Nonostante il nostro impegno per scrivere un giornale diverso, attento ai problemi delle persone, curato nella scrittura e nella grafica, non abbiamo mai superato le mille copie vendute. In otto anni siamo riusciti a coprire, con la vendita, solo i costi mai a guadagnare.”
E’ stato, poi, sottolineato che, nonostante manchi in città un settimanale di approfondimento, non sembra esserci interesse per un’attività editoriale che punta non solo sull’esame accurato dei fatti ma anche su un’impaginazione ricca di disegni, di vignette. Anche in questo caso il discorso ritorna sulla scarsità di risorse economiche.
Come, infatti, nota Luca Russomando: “se noi avessimo potuto pubblicare ogni mese, non mille, ma venti mila copie avremmo diffuso in maniera più capillare il nostro giornale con risultati superiori dal punto di vista della informazione e della formazione di un punto di vista maggiormente critico verso chi governa, chi fa le scelte e chi non si impegna”. Quindi, un’occasione perduta per il giornale, ma anche per la città.
Radio Siani, nata sei anni fa, ha la redazione in un appartamento di Ercolano sequestrato alla camorra e vive grazie al sostegno che il Comune di Ercolano in parte garantisce.
“Siamo una voce di denuncia – ha precisato Ciro Oliviero – siamo lo spazio aperto dove i ragazzi possono venire per raccontare la loro storia, il loro desiderio di cambiamento. Anche noi però non riusciamo a vivere con il lavoro in radio.”
Il pubblico presente formato in buona parte da ragazzi della scuola Leonardo da Vinci, accompagnati dalla Dirigente Prof.ssa Annabella Marcello e dal porf. Fulvio Quagliata, e da un Istituto tecnico di Pomigliano d’Arco accompagnati dalla Prof.ssa Maria De Falco, ha spinto a porre domande legate al tipo di giornalismo, ai riscontri, alle ragioni che hanno spinto Napoli Monitor e Radio Siani a impegnarsi per essere una voce critica nel panorama giornalistico napoletano. In diversi hanno chiesto di spiegare le difficoltà che incontrano, se la legalità è un termine svuotato ormai di senso. Più che dare risposte, Luca Rossomando, Riccardo Rosa e Ciro Oliviero hanno riportato l’attenzione sul desiderio di fare giornalismo d’inchiesta, di dedicare tempo e ricerca per raccontare i fatti di qualunque genere dalla situazione di Bagnoli, alle questioni della sanità pubblica, all’ambiente.
“Il punto – ha ricordato Riccardo Rosa – è che per fare analisi, per capire ci vuole tempo, dedizione, ci vogliono disponibilità economiche . Per questo non riusciamo sempre ad affrontare tutte le questioni che per noi sono interessanti. Ma a noi piace lavorare così, arriviamo sin dove possiamo, per il resto continuiamo ad avere grande cura della scrittura come della grafica”.
In oltre otto anni molti ragazzi sono passati da Napoli Monitor e molti passano ancora, così come da Radio Siani. “Noi ci teniamo a formare dei ragazzi curiosi, che si pongono domande, che non danno nulla per scontato. Questo è per noi fare giornalismo…”.
Un impegno che nasce dalla passione e vive di passione, ma che fatica a raggiungere le condizioni per una sostenibilità economica duratura. L’auspicio – condiviso anche dall’Assessore alla Cultura del Comune di Napoli, Nino Daniele, che ha chiuso l’incontro, è che queste esperienze possano consolidarsi e moltiplicarsi per offrire un contributo ad un dibattito civico più pluralista e aperto anche a voci non allineate.